domenica 11 ottobre 2009

mozambico, l'isola


A circa 180 chilometri da Nampula, ma a quattro ore di sudatissima chapa e al di là di un ponte a una corsia sola, si trova un mondo a parte che è, al tempo stesso, riassunto del paese.Ilha de Moçambique, isola di mozambico. Esiste davvero? Per assicurarsene, è bene andarci.
Ci si ritroverà a passeggiare in una cittadina che ricorda quelle del nostro profondo sud: una Ostuni che ha sognato di diventare l'Avana e si è risvegliata madida si sudore, con il cuore di paglia e le strade di sabbia. Prigioniera del mare e nera come il carbone. Nell'ora del silenzio, che ne dura venti (le altre quattro sono quelle che separano il tramonto dal sonno) è una città fantasma. Le donne si affacciano quando sentono passi sulla sabbia, non per scoprire nuovi segreti ma per mettere al sicuro i propri. I vecchi si affacciano per vedere cosa c'è oggi sul menù a parte la morte. I bambini si affacciano per vedere se è proprio vero, altrimenti torneranno a dormire; e al di là dei loro corpi per metà nascosti dalla soglia, dall'altra parte delle loro case trafitte, si intravede di nuovo il mare, come una punizione. Sulle pareti scrostate si leggono storie di Mia Couto e si sente il profumo impregnato dell'olio di cocco in cui si frigge tutto. E' evidente che tempo e spazio sono misteri svelati, qui; senza più senso di fornire interrogativi. I portoghesi la scelsero come capitale del loro impero due secoli prima di esserne cacciati per sempre: è una porta verso l'India, ma anche verso il canale di Suez, degna di fare concorrenza alla sua sorella maggiore Zanzibar. Che però si è tradita lasciandosi conoscere e svelare.

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